Nel se domani
1 May 2024 7:08 AM (last year)


Le ricette della natura sono quelle forse più perfette. Se e quando un inizio è florido e fecondo funziona, non vuol dire invece le cose non siano destinate a consumarsi in caso contrario. Poi, d'improvviso, seguono le primavere, quelle cliamatiche e della vita. Non ci sono logiche per i diluvi torrenziali, neppure quando ispirati dai sentimenti, non si può fare un processo alle intenzioni che fanno ballare le correnti interiori. Viene certi giorni un benessere sorridente, seguito in altri da un fiero rimescolio di sensazioni. A volte resta nuvolo dentro e fuori. Appannato, rugiadoso, instabile, irrequieto, legamentoso ma senza fili. L'attesa è che l'acqua dal cielo cancelli e rivivifichi, perchè non si può morire senza abbracciare l'intento del poter ricominciare. In cambiamento sempre, mentre qualcuno costruisce insieme qualcosa e guarda al futuro che inizia nel presente. Che bellezza senza pari. Che speranza senza pari, che illusione senza pari. L'allusione invece è pari senza dispari, mai. Felice 1 maggio!



Non sono in linea col mondo fuori, da un pò. Preferisco continuare a sentire, nel bene e nel male, di essere il senso del mio divenire e ciò che ho scelto o ancora no. Che stanchezza! Anche basta! Questi tempi bui vanno combattuti con l'autenticità di ogni risorsa viva voglia opporsi al viaggio veloce di virulente statistiche e ricercate mediocrità. E' una fredda giornata di un soleggiato inverno, nel cuore di mutamenti estenuanti che ci stanno abituando ad essere meno in contatto con le nostre voci di dentro, quelle sagge, frementi di buoni propositi. Quelle recuperabili, come gli scarti seducenti occorrano ad un buon minestrone, che ti coccolano, e dove s'incontrano sapori diversi, capaci di coesistere senza sopraffarsi. Ecco da cosa potrebbe ripartire una verace fisiologia dell'esistenza, da come si fa un minestrone, che cuoce a fuoco lento, che sfama e si lega al riso, alle patate, alle proteine giuste, ai legami a cui si porgono attenzione e cura. La cura qualcuno preposto dovrebbe saperla restituire allo stesso modo. A volte non succede ed invece accade tutt'altro. Non il vapore che speditamente evapora dalla pentola accogliente, ma la sostanza, che occorre a ripristinare forza ed energia, sarebbe importante si ricordasse quanto sia necessaria. Le capitali dell'universo sono tante oggigiorno, non solo Parigi. Di esse non vorrei alcun frastuono, ma che si percepissero armoniose, come in questa domenica d'inverno, dove convivono la luce, i colori, la cucina, i suoni, i rumori, l'apparente distanziata convivialità, vicina, nel farsi discesa, dalla bocca allo stomaco di qualcosa di concreto, come una ritrovata sanità.
Quanto ne sai di cucina internazionale? Verifica le conoscenze (quanto-sai.com)
in realtà credo ci siano infinite possibilità di sapere, purtroppo sempre meno, del tutto esista in cucina, ma è divertente poterne pensare in modo lieve e scanzonato qualche volta. Sì la cucina è storia, è arte, è realizzazione che poi lascia in giro un sacco di stoviglie da lavare, ma unisce, accomuna, accoglie, sfama, ritempra, esaudisce, conforta, esalta, interessa, potenzia, appassiona, rivela e molto altro ancora. La cucina, da sempre sede delle alchimie prevalentemente femminili, ma non solo, racconta le vite nella vita di ognuno. Sede del focolare domestico, sempre meno frequentato, per la fretta contagiosa di vivere altri spazi, meno nutritivi, si riempie di tanti più significati quando la pensiamo ricovero, rifugio, tavola di centralità quotidiane o allargate di pensieri, che le ruotano intorno e la caratterizzano. Mi manca di nuovo una cucina tutta mia. Mi manca sempre il ragù di mamma, il pollo di zia Teresa, le patate fritte della nonna materna e gli spaghetti con il merluzzo rosato della nonna paterna. Ho sentore che prima o poi riuscirò a riappropriarmi di questo meraviglioso spazio di casa, per continuare a desiderare di creare nuovi sapori e legittimarli al mio gusto ed al gusto di chi sarà vicino. Occorre ripartire dai bisogni primari semplici che profumano di caffè al mattino, spezie a mezzogiorno ed estratti la sera. Condividerli in modo sano, offrirli come le madalenine di Proust, unite ad una profumata tazza di tè fumante.
Due ragazzi giovani e ispirati che, un pò per gioco e molto per passione, esplorano la cucina che fa bene, adatta a chi mangia senza glutine e senza altri prodotti aggiunti a diverse ricette. Questa mi è piaciuta e la porto all'attenzione perchè veloce e semplice, da realizzare in esose giornate di caldoforno meteo, con poco spreco di energie e tanta inventiva per i condimenti!
https://youtu.be/kXtWR71KdhE
https://toogoodtogo.it/it
credo sia molto interessante ed utile conoscere l'app in questione. E' molto semplice da usare ed innegabile in pochi click si riesca a fruire di tanti prodotti legati ad aziende virtuose a cui danno anche visibilità.
https://www.letteradonna.it/it/articoli/fatti/2019/04/21/shantha-mayadunne-attentato-sri-lanka-oggi/28187/
😢
Amarezza profonda.Gualtiero Marchesi ed il suo decalogo semplice. Un ricordo del grande chef.
http://notizie.tiscali.it/cronaca/articoli/marchesi-decalogo-chef/
Provati i bulbi di acetosella cotti sotto la cenere! Buoni! Un sapore abbastanza neutro e che di certo può interessare abbinamenti delicati. In questo periodo li si può raccogliere in quantità.
http://www.damgas.com/acquafaba/
Una scoperta interessante!
Acquafaba
Fichi al cardamomo nero...un delizioso dopocena!
Il cardamomo nero regala un aroma particolare
Ingredienti (4 persone)
8 fichi maturi
3 cucchiai di miele di castagno
1 cucchiaio di cardamomo nero tritato o in polvere
1 cucchiaio di ghee (burro chiarificato)
Preparazione
In un pentolino versare il burro, il miele e il cardamomo nero. Mescolare in modo da ottenere un caramello. Tagliare i fichi a metà, posarli su una teglia con carta forno, versare sopra ogni fico la crema ottenuta e informare per circa 15 minuti a 180° in forno preriscaldato.
Una vita senza cucina è abbastanza difficile da praticare, ma a volte praticare vuol dire mutare ambienti e possibilità. La ricetta di oggi non è una ricetta per ricercare solo il buon cibo, ma ogni sorta di possibilità per essere felici, nonostante tutto. La crisi, il lavoro che scarseggia, i desideri personali che cambiano direzione e la voglia di ricominciare a vivere sensazioni dolci, leggere e condivise. Spero in questo nuovo anno nonostante tutto, perchè c'è chi i bilanci li fa alla fine dell'anno e chi ricomincia pensando che il bilancio di affetti e possibilità debba essere più importante e smagliante di quando le cose "funzionavano" diversamente. Lungo tempo di speranze dissolte fa spazio ad un ventaglio di auspici conviviali e non che mi auguro mi portino lontano dalla malinconia e tanto più vicino a nuovi lieti e sinceri compimenti. Buon anno a tutti!
Zucchine spinose, pulite, affettate e spurgate con sale grosso per circa un'ora. Poi fritte e lasciate ad asciugare per 10 minuti. Nel frattempo frullare due cucchiai di panna da cucina con due di Grana, 250g di ricotta fresca e 1,5 hg di mortadella, un pizzico di noce moscata, uno di sale, pangrattato per gratinare. Disporre in una pirofila da forno oleata del pangrattato, un suolo di zucchine, uno di composto frullato e una parvenza di prezzemolo tritato.Continuare e terminare con l'ultimo strato di zucchine. Preparare per la gratinatura ed infornare a 180°, per circa venti minuti. Servire caldo. Et voilà la cena è servita! Torno a voi dopo una piccola pausa di riflessione, ma ci sono! ;)
Arista vestita
Una prova e direi riuscita,
almeno per i miei gusti! Come il petto di pollo, le fettine di arista sono un
jolly della cucina quando serve un secondo veloce, ma convincente. Così credete
hanno acquisito carattere! In un tegame ho fatto scaldare dell’olio extra con
aglio, 4 spicchi consistenti, un giro di salsa di soia e uno generoso di aceto
di lamponi. Il tutto profumato con origano secco. Appena gli effluvi
cominciavano a fluttuare nell'aria ho tolto il tegame dal fuoco e lasciato un
momento a riposare. Nel frattempo ho panato le fettine di arista con scaglie di
mandorle e semi di sesamo, dopo averle laccate con mezzo cucchiaino di miele
ciascuna da ambo i lati. Le ho adagiate delicatamente sul fondo di cottura
pronto, salate e pepate un cicinin , mi raccomando non troppo o la salsa i soia
e il sale insieme faranno un danno notevole, e fatte andare per cinque minuti a
fuoco vivace e soft al contempo. Aggiunto due cucchiai d’acqua, per evitare che
l’olio facesse friggere e abbrustolire troppo le scaglie di mandorla e
impiattato al volo. Servite calde sono state un secondo godibilissimo dopo un
buon risotto integrale ai carciofi. E il sabato è stato servito!
Ciao e benritrovati! Sì, lo so, latito, ma questo non vuol dire che i fuochi siano spenti! Ecco, per esempio, una cosa semplicissima , ma credetemi molto delicata e gustosa al contempo, che in queste prime giornate d'inverno porta conforto a chi rientra da fuori intirizzito! Se avete a disposizione della tisana di Malva...sì, quella che avete comprato sfusa e poi è in parte finita in un barattolo e al momento vi pare piuttosto arrivata...NON BUTTATELA! Piuttosto procuratevi del riso nero di qualità, munitevi di una bella pentola a pressione e fate un battuto di cipolle, come per un classico risotto. Aggiungete olio extra , un pochino di brodo vegetale, andrà bene pure quello in polvere già pronto, e poi versate la Malva, triturata per benino. Cominciate a fare sfrigolare e non appena la cipolla anticiperà la sua trasparenza versate il riso nella pentola e allungate con acqua, qb e sale, il tot che vi sembrerà opportuno a far cuocere il riso. In genere personalmente valuto due tazze di acqua per una di riso. Dopo circa 30/40 minuti siate pronti a frenare il fischio della vostra amica a pressione e aprite lentamente il coperchio ... sentirete un profumo specialissimo emanare dai vapori interni e non riuscirete a non dirvi che bravi siete stati a fare tanto con poco! Impiattate e servite subito! La variante all'ortica è meno profumata, ma per chi non sopportasse la malva ne è una buona sostituta.

Mi ripetevo che questo piatto lo avrei dovuto provare ... non sono mai stata in Valtellina e perciò l'idea di sconfinare la regione Lazio per un giorno, almeno culinariamente parlando, mi affascinava molto! Se poi metti che in casa hai due farine bio di buona qualità, una di grano saraceno e l'altra di semola, la tentazione dell'impasto è irresistibile! Allora via di kenwood e acqua e farine fino a quando non ho ottenuto una bella palletta tonda tonda che ho messo a riposo per circa 30 minuti. Non volevo ottenere un impasto forte, ma leggero e digeribile, quindi niente uova. Nel frattempo mi sono preoccupata di preparare il condimento...già, ma come si condisce bene un pizzocchero? Non avendo tempo per navigare e trovare soluzioni adeguate al caso ho deciso che avrei proceduto con qualcosa di destrutturato , ma adattabile e saporito...l'impasto modificato dei tortellini! Perciò nel mixer ho frullato un dito di panna, poca mortadella, due fettine spesse di bollito di vitello,un velo di prosciutto crudo, parmigiano qualche cucchiaio, dei carciofi che ho trifolato all'olio fino a qualche minuto prima, un quarto di ricotta di mucca, sale e pepe q.b., noce moscata...giusto un pizzico. Mi chiedevo se fare gratinare in forno tutto non avrebbe reso più appetibile il risultato ... proviamo! Ho steso le sfoglie di pasta tirata rigorosamente al mattarello, le ho tagliate come delle tagliatelle più spesse e me le sono godute mentre cuocevano e venivano a galla morbide e spumose di farina! Poi le ho accomodate in un tegame capiente e le ho fuse al preparato di carciofi e delizie , spolverandole infine con una buona manciata di grana e riponendole in forno a 160 ° con grill. BEH, sfornandoli dopo dieci minuti una nuvola di caldo conforto è stato il preludio ad un gusto che solo ricreandolo potrete provare ...non ve ne pentirete, son sicura!



Oh, da un secolo speravo di cimentarmi nell'esperimento dinamico godurioso di fare la pasta madre....pur temendo miseramente di fallire al primo colpo. E invece...zitta zitta, la " cosa " ha iniziato a prender vita e allietare di profumi e divertimento, oltre che gusto salutare la vita della mia e di altre famiglie! Eh sì, perchè voi altri esperti di rinfreschi e misture farinacee sapete bene che la pasta madre si condivide, si regala e pure si baratta! Abbiamo fatto un baratto di quartiere domenica scorsa dove la "cosa" ha riscosso un notevole successo di accoliti ed estimatori neofiti e meno. Per farla gustare l'ho adoperata nella realizzazione di queste girelle strepitose alla marmellata

tratte dal blog Le chicche di Chicca, e poi i rinfreschi di qualche giorno li ho imbellettati in splendidi barattoli colorati e debitamente sterilizzati e riciclati, in modo che chi volesse provare a riprodurre l'esperimento in proprio avesse la materia prima da cui partire. Un successone! Allenate le mani allora ho pensato di produrre pizza e focaccia, e non da ultimo il pane! Delle splendide ciabatte di grano duro misto a farina integrale, di kamut e zero ... magari da qui vi avessi potuto far sentire il profumo che si è sprigionato dalla mia scatola nera cooking tutto fare ( il forno!) alla mezzanotte di lunedì 30 aprile...una data da ricordare per celebrare l'evento! Il mio primo pane fatto con lievito di pasta madre! Specialissimo!

A breve promuoverò nuovi esperimenti e ve ne darò conto, per invitarvi a partecipare in tanti all'uso di questo magico ingrediente salutare e vivo. Rende i prodotti da forno tutti più digeribili, saporiti e che conservano fragranza e qualità per giorni e giorni. Con la crisi che impera poi, risparmiare qualche soldino autoproducendosi del lievito casalingo idoneo in specie alla panificazione, vi pare poco? Provare per credere, la ricetta facile facile delle Sorelle Simili per realizzare la pasta madre la trovate qui , ma sulla blogosfera in molteplici versioni. Buona lievitazione a tutti!
Non sono scomparsa, non sono ai Caraibi e neppure in Tibet! Solo questa volta sono impegnata a sviluppare la ricetta più importante della vita :)D e siccome non si sa ancora che aria tira finchè alcune cosine non si saranno risolte, al momento qualcuno cucina per me. Ma non disperate che foto e nuove prove culinarie vi sorprenderanno deliziosamente quanto prima! Una cosetta sciuè sciuè mentre mi faccio desiderare: un pò di quinoa bio messa in ammollo per almeno 20 minuti, una confezione di minestrone pronto qualsivoglia a gusto, del sugo all'arrabbiata da preparare al momento con polpa di pomodoro, aglio , prezzemolo, olio evo extra, peperoncino fresco o secco a piacere. In pentola a pressione ( beatissima sia sempre!) mettete a cuocere il minestrone con la quinoa un filo d'olio, sale e mezza cipolla, per circa 20 minuti dal fischio. Scolate bene il tutto appena pronto mentre in padella preparate il sughetto saporito e vivace. Unite al sugo il preparato ottenuto di quinoa e verdure mescolate bene e in una teglia da forno spolverate il fondo con pangrattato e spruzzi d'olio, lesti a stendere in un suolo profumato e colorato il risultato congiunto di cereale e condimento. Unire pezzettoni di mozzarella in copertura e poco parmigiano. Porre in forno a gratinare a 200 gradi per circa 10minuti. Sfornare e sentire tutto il buono di un sano prodotto che così proposto sarà un appetitoso piatto unico!
Oggi, 25 ottobre, in tutto il mondo si festeggia uno dei piatti simbolo della gastronomia italiana:

l'edizione 2011 del World Pasta Day si svolge infatti a Roma . Come non esser dei fans scatenati di questa meraviglia e potenza della nostra tradizione culinaria ! Non riesco ad immaginare di non poterne mangiare almeno un pò e ben gustosa almeno una volta al giorno. Con i sughi, con le verdure, con i legumi, di semola , di soia, di riso, integrale, di mais, con o senza glutine è un cult a cui è difficile rinunciare. Quindi oggi la semplicità servita e pure riverita: i maltagliati all'uovo con pomodoro e basilico hanno dato lustro alla nostra tavola. Altra cosa divertente e d'ingegno che, vivendo in un modesto quartiere, nuovo e voglioso di stringere sempre affettuosamente rapporti di buon vicinato tra la popolazione ivi residente, in tanti abbiamo partecipato è stato il baratto day. Ognuno,oltre a libri, vestiario usato e molto altro, ha scambiato ricette e godibilissime prove di cucina, in un pomeriggio proficuo e in cui la merenda è stata davvero speciale! Il mio Maxi ciambellone farcito di ricotta all'Artusi e conserva di fichi calabri, è sparito in un baleno! Della ricetta ringrazio vivamente DOLCI RICETTE dal cui blog ho prelevato le dosi e l'impasto veloce e diresa notevole, provato!
e infine per un'altra idea facile e d'effetto come regalo adatto ai miei " fruttaroli " di fiducia , per il primo anno di vita della loro attività qui nel quartiere, tre barattolini di marmellata di pere, mele e cannella dal profumo inebriante e dall'irresistibile stile handmade in toto. Barattoli riciclati, tappi idem , ritagli di stoffa e nastri per decorare, frutta only bio e of course tanta dolcezza! Più ecocompatibili di così!!!




Una cosa che mi piace mangiare in purezza, ma davvero deve sapere di mare ed essere freschissima, è la seppia. Ne ho trovate in offerta al supermercato che di certo non è la pescheria sotto casa, ma in mancanza di meglio e dato che serve comunque ruotare i cibi, all'occorrenza anche del supermercato ci si può fidare! L'idea del tortino è balenata appunto perchè non conoscendo la durata del pesce in esposizione prima lo si cucinava bene meglio era. ho seguito inizialmente le istruzioni tratte da qui, ma poi ho continuato alla mia maniera. Dopo aver preparato la seppia come riportato l'ho lasciata freddare insieme agli altri elementi del condimento, raccogliendone quindi dopo qualche ora i pezzetti e le falde, separandoli dal contesto, per immergerli in una mistura di aceto bianco e vino. Due parti di vino buono, per me un'offida passerina ascolana, bianca e temprata in frigo, per una parte d'aceto doc. Trascorsi 30 minuti circa dall'immersione, ho preparato il mio magico robot, fornito di lame per sminuzzare e ho reso poltiglia i tocchetti di pesce, tirandoli su dall'ammollo. Nel frattempo ho preparato un impasto tipo come da polpetta semplice, formaggio, un uovo, prezzemolo, pangrattato, sale e pepe e vi ho agggiunto il trito di seppia amalgamando bene e aggiungendo tre cucchiai d'acqua per lavorare comodamente a mano il tutto. Una volta terminato con il preparato, ho unto una teglia da forno di olio e adagiato in uno strato unico di circa due cm di spessore la polpetta di seppia, uniformando e livellando bene, prima di aggiungere, sul suolo così ottenuto, il condimento ai capperi e alle olive che era stato ad amalgamarsi bene in padella. Finita questa fase ho infornato a 180 per 10 minuti a forno ventilato per far sì che dorasse la superficie del tortino e lasciato intiepidire in un secondo tempo lontano dal calore. Nel mentre ho preparato una polentina superveloce, di quelle già precotte che si ottengono con 15 minuti in tutto di cottura, e l'ho vestita di una salsa verde fresca e robusta fatta con olio, prezzemolo, aglio, basilico e sale, giunti ad un filo d'acqua. Accostata vicino al tortino ho pensato che avrebbe fatto scena e piatto unico se accompagnata a dei fagiolini teneri e saltati all'aglio, finiti di balsamico e prezzemolo sminuzzato. Un trionfo e una goduria per il maritozzo che inaspettatamente ha esclamato: " Tortino di seppia e polenta"?! Già!


Uno sfizio gustare qualcosa di diverso dopo aver visto ricette thailandesi in tv! Ieri dopo tre settimane da quando il nostro frigorifero Whirpool ha deciso di spirare, beh la realtà dei fatti è che avendo avuto un problema elettrico al quadro della cucina saltato il freezer durante la nostra vacanza ... insomma i bacherini hanno fatto festa e si sono impadroniti di tutto quanto sapeva di pollo e carne e pesce e per poco che fosse, distruggendo il mio bell'amico goloso, finalmente abbiamo fatto la prima spesa di rientro. Ho comprato di tutto e mi sono vendicata dell'attesa patita prima che arrivasse RSamsung!Il nuovo frigo! Un idillio a prima vista! Beh, le ricette thailandesi le ho viste su sky e mi hanno talmente contagiato che in soli 40 minuti ho deciso di pranzare con due coscette di pollo, del riso thai e qualche altra cosina di conforto. Ho tagliuzzato le coscette incidendole e messole a scaldare una padella antiaderente dove ho sminuzzato almeno 5spicchid'aglio abbondanti e della paprika forte. Senza aggiunta di altri grassi, ho spezzettato del timo secco, dell'erba cipollina, dell'alloro, unito due chiodi di garofano e appena qualche scaglia di funghi porcini secchi tutto insieme nella padella. Aggiunto 4 mestoli d'acqua calda dopo aver rosolato il pollo e le spezie, ho sforbiciato della lattuga trocadero e pesato circa 70g di riso basmati che dopo circa 25 minuti di cottura alla carne, hanno preso posto insieme al resto in padella. Ora si sa che per cuocere il riso basmati o thai sia ottima pratica proporzionare acqua o liquido nei termini del doppio peso del cereale, quindi ancora poca acqua e poi un largo coperchio a sigillare per finire la cottura in modo appropriato, cioè senza smuovere il tegame o il suo contenuto. Circa 12 minuti più tardi ho scoperchiato la pentola e un delirio olfattivo mi ha confuso per qualche istante. Ho atteso che ancora un attimo e il riso facesse una stupenda crosticina dorata, irrorato con un giro d'olio d'oliva crudo e divorato e assaporato con l'idea di darne conoscenza ghiotta e gioiosa anche a quanti di voi vorranno provarne una replica!






I noodles altro non sono che un’ orientale e antica versione degli spaghetti ! Ce ne sono di diversi tipi e qualità, di riso, miglio, frumento, patate e numerosi altri, ma quelli che ho voluto provare sono d’origine coreana meglio conosciuti come soba. Devo dire che l’impasto di farina di grano saraceno, acqua e sale non mi ha soddisfatto in pieno. La farina di saraceno è un concentrato di minerali e forse la mia farina non era particolarmente raffinata e il gusto eccessivamente” ferroso”, non ha ben legato con un sugo semplicissimo di pomodoro e basilico. La resa non è stata entusiasmante, ma è stato divertente mettere l’impasto leggermente inumidito nello schiacciapatate per ottenere i filati cicciutelli. Però si sa che la cucina è fatta di prove su prove e di certo tenterò di migliorare la ricetta, studiando alternative. Altra cosa invece è avere i chicchi di saraceno cotti a disposizione e legarli a un uovo, un cucchiaio di parmigiano, la polpa di una spigola cotta al sale della buccia di limone gratt e dello zafferano. Qualche foglia di prezzemolo tritata a dovere con una punta d’aglio hanno rifinito l’impasto, da cui ho ricavato delle magnifiche polpette ultimate all’olio d’oliva e ripassate nel pangrattato, per poi finire in forno. Venti minuti e la cucina profumava di tanta grazia! Un’altra prova questa volta ben riuscita è stata quella degli GNUDI agli spinaci. Deliziosi! Basta amalgamare 200 g circa di ricotta a un uovo, un po’ di parmigiano, degli spinaci lessi e sminuzzati, un pizzico di noce moscata sale e pepe Q.b. e fatti a chenelle tuffarli in acqua salata bollente. Velocissimi e gustosi, specie se serviti sopra una purea di broccolo romanesco ripassato con aglio, olio e peperoncino a cui avremo aggiunto della pancetta dolce a dadini…da leccarsi i baffi! E non potevamo chiudere se non con un dolce davvero improbabile fintanto che … non lo si prova! L’ho realizzato dopo aver seguito la ricetta di Laura Ravaioli “precisina” sul gambero rosso, naturalmente apportando delle modifiche sulla ase delle mie necssità. Sì, insomma, alleggerendo un po’ qua e un po’ là. Le farine le ho usate integrali miste ad una lievitante. Farro, segale, avena, frumento integrale e farina magica per dolci. Per le dosi ho un brutto vizio … se non ricordo, andare ad occhio! E quindi vi dirò che ho usato 330g di farine circa, poco burro 50g e olio di girasole misurato in mezzo vasetto di yogurt, uno yogurt ai cereali e al cocco, due uova, dell’uvetta ammollata, zenzero grattugiato al momento q.b., idem con la scorza di un limone bio, una mistura polverizzata di pimento, cannella, chiodi di garofano, finocchio, peperoncino e noce moscata , in tutto mezzo cucchiaino da caffè, un pizzico di bicarbonato e mezza bustina di lievito per dolci. Unico grosso problema: mi mancava la birra d’aggiungere e allora l’ho sostituita con del semplice latte, un bicchiere circa. Lo so , ho realizzato una torta alla birra senza birra, ma serviva scura e davvero non potevo neppure andarla a comprare … devo dire che la torta non ci è parso ne abbia comunque risentito … era superba! L’ho decorata con granella di zucchero e come vedete è sparita in men che non si dica nelle fauci predatrici di maritozzo e amici! Dimenticavo che al posto dello zucchero ho usato per insaporirlo 150 g. di fruttosio e 25g di zucchero di canna misti. Il procedimento invece è ben spiegato qui … mi sono un tantino impigrita con la scrittura e perciò … fate vobis! L’ultimo piatto è invece dedicato agli amanti dell’orzotto: fave fresche, tanto cipollotto tritato, un filo d’olio buono, una quantità doverosa di fagiolini tagliati a piccoli riquadri e orzo bastevole per due tre persone. Senza alcun affanno ho infilato tutto nella pentola a pressione, partito come un risotto e finito di cuocere in soli 30 minuti. Facile e notevole il risultato!
PS. Segnalo un problema alla comunità blogger: non riesco a visionare i miei lettori fissi e non riesco neppure a vedere quelli degli altri colleghi bloggers. Pare sia un problema comune e spero che presto tutto si possa ristabilire.