Quali sono i dati che devi guardare per investire consapevolmente nelle attività di promozione online?
Web Marketing o Pubblicità?
Nella maggior parte dei casi i due termini vengono percepiti come sinonimi.
“La realtà però è ben diversa.”
Entrambe le attività sono utilizzate dalle aziende per farsi conoscere da nuovi potenziali clienti, ma le strategie su cui si basano la Pubblicità e il Web Marketing sono profondamente diverse.
La Pubblicità è
L’insieme di quelle attività che mostrano un prodotto o servizio ad una platea non ben definita e di cui è molto difficile valutarne l’efficacia. Pensa alla pubblicità che passa in tv, ai cartelloni per strada, agli annunci sul giornale: come fai a sapere quante persone hanno visto il tuo cartellone e quante, dopo averlo visto, sono venute da te?
Il Web Marketing è
L’insieme di quelle attività che mostrano un prodotto o servizio ad un PUBBLICO DEFINITO e, soprattutto è un insieme di attività di cui puoi valutare l’efficacia.
Con gli attuali strumenti online a disposizione puoi sapere con certezza quante persone hanno visto il tuo messaggio, che età hanno, se erano o non erano interessate e così via.
In poche parole, grazie al Web Marketing, puoi sapere esattamente se quello che stai facendo funziona e puoi prevedere quanto dovrai investire in pubblicità per avere un ritorno.
Questo fa una differenza sostanziale.
Infatti se fino a poco tempo fa le aziende mettevano a bilancio una quota “cieca” destinata alla pubblicità, senza sapere bene se fosse o non fosse sufficiente e che risultati avrebbe generato, oggi il budget può essere calcolato in maniera molto più precisa e può essere aumentato o diminuito a seconda dei risultati ottenuti.
Vediamo quindi quali sono le metriche che, come imprenditore, devi guardare quando valuti le tue attività di Web Marketing, in particolare sui Social.
Per prima cosa controlla la tua Audience.
Ogni pagina social ha una sezione di statistiche in cui puoi vedere quanti sono i tuoi follower, da quale paese o città provengono, qual è la loro età, il sesso ecc.
Queste informazioni ti permettono di capire chi sono le persone che ti seguono e che vedono i tuoi contenuti e di aggiustare il tiro alla tua comunicazione.
Magari scoprirai che il tuo prodotto è apprezzato anche da fasce d’età che non consideravi prima.
Una volta chiarita l’importanza dei dati relativi all’Audience vediamo quali sono le metriche che devi guardare relativamente ai contenuti (post, video, foto ecc):
Quando invece fai Advertising? Quali sono i dati da considerare per capire che la tua campagna sta andando bene?
Eccoli:
Questa è una panoramica delle maggiori variabili da controllare quando si tratta di Social.
Come ti dicevo all’inizio dell’articolo è fondamentale conoscere questi dati perché solo così potrai decidere di investire consapevolmente nel Web Marketing e essere sempre più capace di attrarre nuovi potenziali clienti.
Invece se non controlli questi dati, non potrai sapere se quello che stai facendo è giusto e non potrai sapere cosa devi replicare perché ha funzionato o quale parte delle tua strategia devi modificare perché non ha funzionato.
In pratica ciò che non controlli ti controlla (e ti fa perdere tempo, energie e risorse economiche).
C’è una famosa frase attribuita ad Abraham Lincoln che dice: “Dammi sei ore per abbattere un albero e spenderò le prime quattro ore per affilare l’ascia.”
Nel Marketing vale lo stesso principio, concentrati sul considerare attentamente i numeri e definisci la strategia in funzione di quelli.
Soltanto così potrai iniziare a promuoverti in modo proficuo.
L'articolo La linea sottile fra web marketing e pubblicità proviene da Fabio Capecci.
Ascoltare, raccontare, emozionare…per arrivare al cuore dei tuoi clienti.
Sviluppare l’ascolto per far si che il tuo brand emerga in un mercato sempre più competitivo.
Per questo articolo partiamo da una frase di Jonathan Midenhall, CEO di Airbnb: “Succedono cose fantastiche quando ascolti i tuoi clienti.”
Ok Jon, ma come posso farlo se sono una PMI? Lo scopo di questo articolo è definirlo insieme!
Per realizzare cose fantastiche, abbiamo bisogno innanzitutto di una buona strategia.
Una strategia di marketing efficace si basa su una conoscenza approfondita del mercato di riferimento e soprattutto del cliente-tipo a cui vogliamo arrivare e che vogliamo acquisti il nostro prodotto o scelga il nostro servizio.
I tradizionali strumenti di raccolta dati, sia quantitativi che qualitativi come questionari, online survey, focus group ed interviste oggi non sono più sufficienti per poter comprendere pienamente chi abbiamo di fronte a noi.
In un mercato dove gli utenti sono costantemente stimolati, non basta convincerli della qualità e del valore dei nostri prodotti, bisogna anche coinvolgerli nella propria storia aziendale, far vedere loro il lato più umano dell’azienda.
Per riuscire in questo obbiettivo, hai bisogno di conoscere quali sono gli stimoli che provocano emozioni positive nei potenziali clienti.
Partiamo da un aneddoto che riporta Federico Barberis nel suo libro Neuromarketing: il manuale più completo per guidare i processi decisionali dei consumatori e vendere.
“È mattina, sei una amante del latte con i cereali e ti accorgi che a casa hai solo il latte. Decidi quindi di vestirti, scendere di casa ed acquistare dei cereali al primo supermercato che incontri sulla tua strada. Senza rendertene conto sceglierai una determinata tipologia di cereali a discapito di un’altra dello stesso tipo, questo perché avviene?”
Le scelte dei consumatori sono spesso influenzate dalle emozioni e da altri fattori che sono inconsci e che non si possono comprendere attraverso strumenti tradizionali
Pensa alla comunicazione di Barilla, di Mulino Bianco, di Coca Cola, di Ikea e tutti brand nazionali e internazionali che mettono al centro delle loro campagne le emozioni, le storie, le persone e le loro esperienze quotidiane.
Attraverso le loro storie, provano a farti sentire parte di una comunità che condivide idee, valori e… emozioni.
Per comprendere meglio il concetto, partiamo dalle parole di Seth Godin, scrittore e imprenditore statunitense: “Il marketing è ciò che facciamo ogni giorno, la storia che raccontiamo, le persone che serviamo. Non dovremmo perdere tempo a parlare e dovremmo impegnarci ad ascoltare, mostrandoci con empatia. Solo così si potrà generare il vero cambiamento”.
“Empatizzare” in modo efficace, per aiutare le persone a sentirsi ascoltate e desiderate, riuscendo a sintonizzare i messaggi sulla giusta lunghezza d’onda, è un passaggio cruciale.
Quando parliamo di empatia non si intende fingere di sentire qualcosa, si tratta di mettersi nei panni dell’altra persona, focalizzandosi sul suo punto di vista, pensieri e sentimenti riguardo ad una determinata situazione.
È una competenza importante da sviluppare, soprattutto quando ci si trova a lavorare in team ed a relazionarsi con membri di dipartimenti diversi, dove il modo di pensare ed i punti di vista possono essere, spesso, differenti.
Probabilmente ora ti starai chiedendo cosa centri l’empatia con il marketing e le vendite..ma in realtà sono due concetti che hanno molto in comune, anzi, sono quasi indivisibili.
Qualsiasi strategia di marketing è finalizzata alla soddisfazione dei bisogni del tuo target e per soddisfarli dobbiamo prima comprendere cosa vuole davvero il tuo target.
L’empatia ci permette di entrare in sintonia con gli altri al punto da sentirne e comprenderne a fondo sentimenti e stati d’animo.
Comprendere in profondità le emozioni altrui (senza ovviamente perdere di vista la propria prospettiva) ci rende più umani, meno freddi e più vicini a quel concetto di sensibilità che al giorno d’oggi, in una società sempre più frenetica, fa la differenza.
Posso sviluppare la mia empatia?
La risposta è sì, anche se la cosa non è semplice.
Nel libro “Exploring Empathy with Medical Students”, il ricercatore scozzese David Jeffrey ha avanzato alcune idee su come raggiungere una maggiore empatia nella comunicazione tra medico e paziente.
Le sue proposte però, sono applicabili in modo trasversale anche ad altri settori.
Quindi, nella stessa realtà aziendale, in ufficio o con il tuo team di collaboratori… ti troverai in situazioni dove diventa necessario comunicare in modo efficace!
Esercitarsi nell’assumere la prospettiva altrui non significa pensare: “come mi sentirei io in quella situazione?”.
L’idea è immedesimarsi nell’altro e assumere la sua prospettiva, tenendo conto del suo contesto e della sua storia di vita.
𝗜 𝘁𝘂𝗼𝗶 𝗰𝗹𝗶𝗲𝗻𝘁𝗶 𝘀𝗼𝗻𝗼 𝘀𝗼𝗽𝗿𝗮𝘁𝘁𝘂𝘁𝘁𝗼 𝗽𝗲𝗿𝘀𝗼𝗻𝗲 𝗰𝗵𝗲 𝗱𝗲𝘀𝗶𝗱𝗲𝗿𝗮𝗻𝗼 𝗲𝘀𝘀𝗲𝗿𝗲 𝗮𝘀𝗰𝗼𝗹𝘁𝗮𝘁𝗲, 𝗵𝗮𝗻𝗻𝗼 𝗱𝗼𝗺𝗮𝗻𝗱𝗲 𝗲 𝗻𝗲𝗰𝗲𝘀𝘀𝗶𝘁𝗮̀ 𝗯𝗲𝗻 𝗽𝗿𝗲𝗰𝗶𝘀𝗲 𝗰𝗵𝗲 𝗮𝘀𝗽𝗲𝘁𝘁𝗮𝗻𝗼 𝗱𝗶 𝗲𝘀𝘀𝗲𝗿𝗲 𝘀𝗼𝗱𝗱𝗶𝘀𝗳𝗮𝘁𝘁𝗲. 𝗦𝗲 𝗻𝗼𝗻 𝗹𝗼 𝗳𝗮𝗶 𝘁𝘂, 𝗹𝗼 𝗳𝗮𝗿𝗮̀ 𝗶𝗹 𝘁𝘂𝗼 𝗰𝗼𝗺𝗽𝗲𝘁𝗶𝘁𝗼𝗿!
La strada verso la creazione di un marketing empatico passa da una comunicazione empatica con il tuo target e dalla soddisfazione dei bisogni di un cliente ideale.
Se offri, ad esempio, servizi di ristorazione, bellezza, prodotti fisici come scarpe, vestiti, libri, quel che devi capire è che: il tuo cliente non comprerà il singolo prodotto e servizio bensì l’emozione connessa a come quel prodotto o servizio lo fa sentire
Per concludere, una Road Map precisa, di come puoi strutturare i tuoi contenuti per entrare in empatia con il pubblico:
E adesso? È ora di mettersi al lavoro!
Ascoltare permette di creare relazioni profonde e vere, alla base della soddisfazione dei tuoi utenti ed un miglioramento delle performance della tua azienda.
Lascia che siano loro ad indicarti la strada da percorrere…
L'articolo Se non comprendi l’esigenza non sarai mai la soluzione proviene da Fabio Capecci.
Come convinci chi ancora non ti conosce?
9 piccoli trucchi per migliorare il proprio Sito Web (o il proprio E-commerce)
Benissimo, la tua pubblicità ha funzionato: qualcuno che prima non ti conosceva è arrivato sul tuo sito web!
Adesso che succede?
Come convinci il potenziale cliente a fidarsi di te e richiedere informazioni o a comprare i tuoi prodotti (se hai un E-commerce)?
Questo articolo è dedicato a questo aspetto: come aumentare la credibilità del tuo sito per avere un maggior numero di contatti o di vendite.
Spesso infatti sottovalutiamo tanti piccoli dettagli che possono fare la differenza quando si tratta di generare fiducia in un utente sconosciuto.
Anche se la nostra pubblicità lo ha colpito e incuriosito, non è detto che l’utente una volta arrivato nel nostro sito sia pronto ad acquistare (o a chiederci info o a contattarci).
Per aumentare la possibilità che questo accada ecco alcune migliorie che puoi apportare al tuo sito o al tuo ecommerce.
(Una piccola premessa: queste ottimizzazioni hanno senso su un sito di ultima generazione, che sia navigabile sia da desktop che da mobile. Nel caso il tuo sito sia rimasto indietro è prima il caso di provvedere a una ristrutturazione totale e solo poi passare ad ottimizzarlo.)
Questi primi 5 consigli sono validi sia in caso di un normale sito web sia in caso di ecommerce.
Adesso però vorrei approfondire proprio quest’ultimo aspetto, focalizzandomi su quegli elementi che aiutano ad accrescere le vendite di uno shop online.
Per concludere, naviga il tuo sito e mettiti nei panni di un utente che, per la prima volta, incontra la tua azienda.
Quali sono le informazioni di cui potrebbe aver bisogno?
Quali i dubbi?
Quali le domande?
Quali i prodotti che desidera di più?
Rispondendo a tutte queste domande potrai poi capire quali modifiche fare per avere un sito credibile e autorevole, in cui la navigazione è fluida e il potenziale cliente riesce facilmente a reperire tutte le info.
L'articolo Poco tempo per fare una buona impressione proviene da Fabio Capecci.
Guardare il mondo (o un prodotto) dalla giusta prospettiva, fa tutta la differenza.
Per convincere un potenziale cliente a comprare il nostro prodotto è fondamentale che lui si fidi di noi.
Ma come si fare a generare fiducia in qualcuno che ancora non ci conosce?
Secondo una recente ricerca la fiducia dei consumatori nei confronti delle aziende si basa su:
Fin qui tutto ok, se non fosse che la qualità dei prodotti e dell’assistenza può essere valutata solo dopo aver comprato qualcosa.
Invece a noi interessa creare feeling con un cliente che ancora non si conosce.
Per farlo quindi non ci resta che lavorare sulla nostra strategia di comunicazione.
Come prima cosa non bisogna dimenticare che non ci rivolgiamo a compratori ma prima di tutto a persone. Quindi persone con bisogni, interessi, necessità.
Quando parli con un potenziale cliente il 90% del tempo dovrai focalizzarti sui suoi bisogni e solo il 10% sulla tua offerta.
In questo modo, con un’indagine precisa delle aspettative del tuo interlocutore, potrai presentare il tuo prodotto sotto la giusta prospettiva (frame in inglese).
Costruire il giusto frame è l’arma segreta per non cadere nella trappola del prezzo, perché ti permette di comunicare il valore del tuo prodotto o servizio evitando di farti valutare soltanto sulla base del prezzo.
Se incontri qualcuno per la prima volta (sia fisicamente che virtualmente) l’attività di Framing ti permette di:
Per farlo parti dai punti deboli del tuo prodotto o servizio.
NB: ogni prodotto ha un punto debole (che normalmente è bilanciato da un punto di forza).
So che questa non è un’idea facile da accettare perché ognuno tende a vedere solo il meglio della propria azienda.
Però diciamoci la verità: niente e nessuno è perfetto, anche il prodotto più curato del mondo avrà un punto debole che, ad esempio, potrebbe essere il prezzo elevato.
Acquisendo consapevolezza di questo fatto puoi impostare la strategia di comunicazione nel mostrare tutto il valore del tuo prodotto, in modo da giustificare il prezzo.
Ma per farlo non devi aspettare che sia lui a fare l’obiezione, in questo caso devi “mettere le mani avanti”.
Ovviamente il tuo obiettivo è rassicurare l’interlocutore dimostrando che in realtà i suoi dubbi o le sue obiezioni possono essere spiegati.
Molte persone infatti, quando incontrano qualcosa che non conoscono hanno una reazione di incertezza.
Il tuo obiettivo in questa fase è proprio rimuovere quell’incertezza.
Per farlo non devi focalizzarti sui suoi punti di forza come se fossero un lungo elenco da sciorinare.
Devi piuttosto parlare dei vantaggi che i punti di forza generano per il tuo potenziale cliente.
Parla dei bisogni e delle necessità che soddisferanno, dei sogni che potrà realizzare grazie a essi, dei timori e della paure che potrà evitare grazie ad essi e così via. Insomma, non devi concentrarti sulla causa ma sull’effetto.
Le cause sono razionali, mentre gli effetti sono emozionali.
Ed è proprio l’emozione che ci spinge a compiere un’azione. Anche nel caso di un acquisto vale lo stesso principio.
Queste attività di framing non servono soltanto quando sei vis a vis con un cliente, ma anche prima, quando ti promuovi attraverso la pubblicità.
Quando crei il giusto frame, intercetterai soltanto i clienti “giusti” per il tuo brand, quelli che condividono i valori con cui lavori e che non ti faranno perdere tempo.
Non esiste il prodotto perfetto per tutti, prima si diventa consapevoli di questo prima si può identificare il giusto target e poi intercettarlo mostrandogli il tuo prodotto sotto la prospettiva desiderata.
Facciamo un esempio.
Immaginiamo tu abbia un e-commerce di calzature.
Alcuni tuoi clienti potrebbero essere attratti dal dettaglio all’ultima moda e dalla novità, altri invece potrebbero considerare come più importante avere scarpe comode, altri ancora potrebbero preferire scarpe di pelle, altri scarpe create con materiali ecosostenibili e così via.
Perché fare per tutti le stesse attività di promozione quando puoi definire per ogni target il giusto frame, o la giusta prospettiva?
A chi ama i dettagli mostrerai soltanto i modelli e le foto più in linea con i suoi gusti, a chi ama la comodità parlerai del comfort donato dai materiali che hai scelto e così via.
La promozione si costruisce sui bisogni del tuo potenziale cliente non sul tuo prodotto.
Per iniziare a costruire la giusta strategia di comunicazione, individua tutte le obiezioni che i tuoi clienti fanno al momento dell’acquisto e inizia a registrare cosa tu e il tuo team avete definito come risposta.
Sembra un paradosso, ma ogni tua risposta contiene esattamente le informazioni che devi comunicare al cliente prima di fare la tua proposta.
Ti riporto il nostro caso specifico, quello di B.Mark.
Analizzando le obiezioni dei clienti al momento dell’acquisto siamo riusciti a capire che nel nostro mercato alcuni dei nostri concorrenti principali hanno prezzi per gli stessi servizi, del 50% più bassi.
Questo cosa significa?
Analizzando i loro lavori, il loro modo di operare e intervistando i loro clienti insoddisfatti, ci siamo resi conto di cosa ci distingue realmente e cosa motiva e da valore al nostro prezzo sensibilmente più elevato.
No, non basta dire ad un potenziale cliente che il prezzo superiore è sinonimo di qualità per poterlo convincere ad accettare un contratto che costa il doppio.
È necessario fargli comprendere il valore che c’è dietro a un prodotto o servizio.
E’ necessario renderlo informato in modo che possa valutare le proposte dei nostri concorrenti e rendersi conto delle grandi lacune che quel prezzo più basso significano per i risultati delle sue future campagne di marketing.
Come dicevo, partendo dalle obiezioni, siamo riusciti a costruire campagne di marketing che spiegano il nostro lavoro dietro le quinte, che spiegano da quali trappole restare alla larga, che spiegano quali metriche guardare realmente e quali sono i sotterfugi che le agenzie da “copia e incolla” si inventano per pompare le visualizzazioni delle campagne.
Questo per il cliente significa che quando arriverà a decidere di contattarci, avrà già compreso e accettato che si sta rivolgendo ai professionisti del settore e, in quanto tali, hanno un prezzo superiore alla media.
Se ci pensi nel mercato tradizione è già cosi.
Quando sei un cliente e non l’imprenditore che deve promuoversi, subisci già il framing delle grandi aziende.
Prova a pensare all’ultima volta che hai dovuto acquistare uno smartphone e sei andato online per “farti un’idea” guardando le recensioni.
Molte aziende investono in queste collaborazioni per influenzare il proprio pubblico nel momento in cui stanno valutando di fare un acquisto, e non al momento della proposta.
In questo modo i potenziali clienti arriveranno alla tua azienda già pronti a dire il fatidico sì e la vendita sarà una mera formalità.
L'articolo Vendere prima ancora di vendere proviene da Fabio Capecci.
Come trasformare un cliente insoddisfatto nel tuo più grande fan.
Una recente ricerca “Trust Barometer” di Edelman posiziona la qualità del servizio di assistenza al secondo posto tra i fattori che accrescono la fiducia dei consumatori nei confronti di un’azienda.
Il servizio di assistenza in teoria è qualcosa che tutte le aziende svolgono, nella pratica però questa attività è tra le più snobbate.
Si dà molta più importanza alla vendita o alla produzione.
Ad esempio durante la fase di trattativa o di dubbio che precede l’acquisto le attenzioni dell’azienda nei confronti del cliente sono all’apice. Si farebbe di tutto per concludere la vendita.
E poi, quando finalmente il cliente decide di acquistare, si tende a snobbarlo per andare a caccia del cliente successivo.
È la classica sindrome da Don Giovanni: corteggiare a lungo qualcuno e poi abbandonarlo subito dopo averlo convinto.
Ma questo approccio è davvero conveniente per la tua azienda?
Nel breve periodo magari permette di avere più tempo per trovare nuovi clienti, ma dopo un po’ vedrai che i clienti “sedotti e abbandonati” finiranno col cambiare idea e scegliere un’altra azienda.
Il tuo obiettivo invece, non è solo conquistare un cliente, ma fidelizzarlo nel tempo.
Per far sì che questo accada, insieme con la cura per i propri prodotti o servizi, devi curare l’assistenza per far crescere e mantenere alto il livello di fiducia di chi ti ha scelto.
Anche se i tuoi prodotti sono ottimi, non basteranno per guadagnare la fiducia eterna dei tuoi clienti.
Per questo è fondamentale ricordare che non ci rivolgiamo tanto a compratori ma prima di tutto a persone.
Persone con bisogni, interessi, necessità.
Ti faccio un esempio che mi è capitato realmente.
Avevo bisogno di una nuova cover per il mio cellulare perché quella precedente si era rovinata.
In particolare avevo bisogno di un modello che garantisse una protezione maggiore rispetto alle normali cover.
Così dopo una breve comparazione online ho identificato un sito (tra i tanti) che produceva il tipo di cover di cui avevo bisogno e l’ho comprata.
Senza neanche pensarci troppo a dire la verità. Ho aggiunto al carrello e concluso l’acquisto.
Quello che dovevo fare era aspettare le 48 ore previste per la spedizione (il prodotto arrivava dall’Inghilterra) e avrei soddisfatto la mia necessità.
Quello che però è arrivato a casa due giorni dopo non era la cover che avevo ordinato.
Bensì una penna a sfera particolare: di ottimo metallo, con barometro, centimetro e cacciavite.
Appena ho scartato il pacco sono rimasto stupito: mi aspettavo una cover e avevo una penna.
Così sono andato a controllare le mail del sito in cui avevo ordinato la cover e ho scoperto che subito dopo aver concluso l’acquisto l’azienda mi aveva mandato una mail in cui diceva che purtroppo il modello di cover che avevo acquistato era terminato.
Evidentemente il gestionale e il sito ecommerce non erano stati aggiornati e così un prodotto in realtà sold out compariva ancora disponibile.
La mail continuava dicendo che il mio ordine era stato annullato e che avevano provveduto al rimborso.
Fin qui tutto chiaro, ma che c’entra la penna?
La penna era il modo dell’azienda di scusarsi per l’imprevisto.
Infatti, nonostante avessi ottenuto il completo rimborso, l’azienda aveva deciso di farmi un piccolo regalo e di inviarmi questa fantastica penna.
In poche parole: l’azienda non era riuscita a soddisfare le mie esigenze e così aveva deciso di andare oltre il suo ruolo e di stupirmi.
Morale della favola?
Dopo aver ricevuto la penna non solo ho comprato un’altra cover da quella azienda ma ho anche raccontato la mia esperienza ad amici e colleghi.
Questo per l’azienda non significa soltanto aver fatto un nuovo cliente, ma l’aver creato un vero e proprio testimonial che crea passaparola positivo.
Con un semplice gesto l’azienda è riuscita a trasformare un cliente non soddisfatto (che non poteva ricevere il prodotto che aveva scelto) in un cliente entusiasta e pronto ad acquistare di nuovo in caso di necessità.
Con questo articolo voglio quindi incentivarti non a creare un buon prodotto (quella deve essere la cosa da cui partire sempre) ma a creare una strategia con cui stupire e fidelizzare i clienti.
Siamo nell’era in cui ci si concentra più sulla pubblicità che sulla sostanza.
Per questo le aziende che fanno un passo in più e coccolano i propri clienti riescono ad avere un vantaggio competitivo non indifferente e battere i concorrenti, senza cadere nella banale trappola dei prezzi.
Sei pronto?
L'articolo Se non puoi accontentarlo stupiscilo proviene da Fabio Capecci.
Da piccolo mi piacevano molto le storie di Paperon de Paperoni, il ricchissimo zio di Paperino.
Sapete come ha fatto fortuna lo storico papero in finanziera?
Tutto è iniziato con la “Corsa all’oro del Klondike”. A quell’epoca Paperone non era ancora il papero più ricco del mondo, ma solo un giovane spiantato che un bel giorno ha deciso di sfidare il freddo estremo del nord del Canada per cercare l’oro nel gelido fiume Klondike.
La corsa all’oro è realmente esistita e moltissimi, alla fine del diciannovesimo secolo, si sono spinti nelle terre selvagge tra Canada e Alaska alla ricerca dell’ambito metallo.
Tanta era la foga e la smania dei ricercatori, che queste spedizioni sono state soprannominate “corsa” o “febbre” dell’oro.
Oggi, con le nostre possibilità di muoversi molto ridotte e con la crescente consapevolezza, anche degli imprenditori più restii alle innovazioni, delle potenzialità dell’ecommerce, assistiamo ad un’analoga corsa o febbre: tutti vogliono fare l’e-commerce.
Bene, benissimo, l’ecommerce è il futuro e lo sappiamo bene, non per niente l’uomo più ricco del mondo è proprietario di un ecommerce.
Ma tu, proprietario di PMI
Sei davvero pronto a Vendere Online?
Durante la corsa dell’oro c’erano molti avventurieri che si sono spinti a nord con il miraggio di grandi ricchezze.
Ma quanti sono tornati a casa?
E quanti sono tornati a casa con le tasche piene?
Solo i più preparati e i più fortunati.
Per l’ecommerce è la stessa cosa. E, visto che non possiamo incidere sulla fortuna di ognuno, capiamo come prepararsi al meglio perché la grande avventura della vendita online abbia successo.
Vediamo quindi quali sono gli aspetti su cui devi focalizzarti se stai pensando di iniziare con la vendita online:
Strategia
Iniziamo con una cosa di cui sciaguratamente in pochissimi si rendono conto: non basta mettere online i tuoi prodotti (o servizi) perché la gente inizi a comprarli. Semplicemente non funziona così.
Si stima che oggi ci siano online 1 miliardo 330 milioni di siti web (sito più sito meno).
Questo significa che il tuo ecommerce sarà l’ennesima goccia nell’oceano e quindi, per farlo funzionare, è necessario studiare una strategia:
– Come faranno le persone a trovare il tuo ecommerce?
– Perché dovrebbero comprare nel tuo ecommerce e non in quello di un altro?
– Una volta che un cliente ha fatto il primo acquisto come fare per fidelizzarlo nel tempo?
Queste sono le prime domande che devi farti quando decidi di vendere online.
Brand
Mettiamo il caso che nel tuo settore tu sia molto conosciuto e affermato, la credibilità che negli anni hai acquisito offline si trasmette automaticamente all’ecommerce e al mondo dell’online?
La risposta purtroppo è no.
Il vantaggio di avere un ecommerce è, ça va sans dire, che puoi raggiungere nuovi clienti in luoghi in cui non puoi essere presente fisicamente.
Per questo nuovo pubblico tu sei un perfetto sconosciuto, la signora di Voghera o il professionista di Canicattì non lo sa che tutti nella tua zona si rivolgono a te perché garantisci affidabilità, competenza, qualità e chi più ne ha più ne metta.
Per questo è importante lavorare alla credibilità del tuo ecommerce in particolare dando riprova virtuale dei tuoi successi offline.
Promozione
Un’altra credenza difficile da sradicare è che l’ecommerce sia più conveniente di un negozio fisico perché non devi preoccuparti dei costi di affitto, dei costi del personale ecc.
E questo è molto vero, purtroppo però dall’altro lato della medaglia ci sono altri costi che un ecommerce deve sostenere.
Primo tra tutti il costo della promozione (o pubblicità). Un negozio fisico è sempre visibile da chi ci passa davanti. Nel caso di un ecommerce invece saranno i tuoi prodotti a passare davanti ai tuoi potenziali clienti.
Come?
Attraverso attività di advertising online, per questo è fondamentale avere un budget dedicato alla promozione, sennò avrai un ecommerce bellissimo che nessuno visiterà.
Prezzo e Prodotto
In un negozio fisico puoi, senza troppi problemi (o quasi), avere libertà nel decidere i prezzi.
Online invece chiunque tramite una semplice ricerca può capire qual è il prodotto più conveniente e questo restringe di molto le tue possibilità di variare il pricing.
Quindi come fare per giustificare un prezzo più alto?
Devi lavorare sull’immagine del tuo prodotto.
La gente è disposta a spendere di più se percepisce un valore più elevato.
Per questo nel tuo ecommerce è fondamentale avere foto, video e descrizioni di qualità, sennò a vincere sarà il colosso che può permettersi di fare il prezzo più basso.
Arrivati a questo punto è probabile che tu abbia più dubbi e meno entusiasmo.
Ti chiedi se l’ecommerce sia veramente la scelta più adatta per la tua azienda.
La risposta a questa domanda deriva dal ragionare sui punti precedenti e non è mai facile trovarla.
Ma fidati: meglio farsi queste domande prima di investire che dopo aver speso i propri soldi.
Decidere di creare un ecommerce può essere la cosa migliore del mondo, ma è una scelta che non può essere frutto di una “corsa” o di una “febbre”.
Il web non è la soluzione, il web offre soluzioni, per questo devi prima essere attrezzato per coglierle.
L'articolo Perché la corsa all’ecommerce non fa bene alla tua azienda? proviene da Fabio Capecci.
Istruzioni per imprenditori.
Oggi parliamo di come affrontare questo nuovo semi lockdown.So che questo articolo sarà scomodo per molti imprenditori, ma credo che stiamo vivendo uno dei periodi più critici per la nostra economia ed è arrivata l’ora di riportare l’Italia al posto che merita: io credo che non sarà il governo a farlo, ma saranno le imprese italiane.
Nei secoli abbiamo portato nel mondo arte, innovazione, perseveranza e intraprendenza.
Oggi sembra che non sappiamo fare altro che lamentarci.
Per questo voglio ripartire da prima del lockdown.
Ero da un cliente col mio collega Bruno e parlavamo di come molto spesso l’imprenditore si trovasse a giocare una partita di calcio con l’arbitro contro, e l’arbitro in quel caso era lo Stato.
Ne parlavamo prima del lockdown, prima che questa parola entrasse nelle nostre vite.
Poi si è verificato.
Quando è successo ci ha lasciati nel caos, non sapevamo come intervenire, come operare, cosa modificare e come innovare.
Non avevamo idea di come muoverci per non lasciar spegnere le nostre aziende.
Ci siamo inventati qualsiasi cosa pur di uscire da quel periodo di crisi, poi siamo ripartiti subito dopo lo sblocco definitivo e ci siamo messi a capofitto nelle nostre imprese pur di riportarle a regime.
“Sapevamo però che ci sarebbe potuto essere un nuovo lockdown.”
Ci avevano avvisati che c’era questa possibilità.
Oggi invece sento imprenditori che dicono frasi come:
Ma quando mai lo Stato ci ha aiutato?
Quando lo Stato ha aiutato l’imprenditore a far sì che la propria impresa evolvesse?
Detto questo però la domanda principale che mi faccio non riguarda lo Stato, riguarda gli imprenditori.
Cosa abbiamo fatto noi che sapevamo che c’era questa possibilità, per preparare le nostre imprese ad un nuovo potenziale lockdown?
Cosa avrei dovuto fare per arrivare a questo punto preparato?
“Il fatto è che a Febbraio nessuno di noi lo sapeva ed era “normale” arrivare impreparati. Ma oggi? Oggi come ci siamo preparati?”
Siamo in piena crisi economica e aspettiamo che sia lo Stato ad aiutarci.
Non è così, non sarà così.
Lo Stato ci aiuterà con un piccolo contentino.
Non possiamo aspettarci per certo:
Se dovesse verificarsi “BEN VENGA!”, ma sarà un di più.
Per questo penso che oggi in qualità di imprenditori abbiamo due opzioni:
La prima è quella di tirare i remi in barca.
Questo significa “fine dei giochi” ci abbiamo provato ma non è andata.
La seconda opzione è andare avanti nonostante tutto.
Per farlo devi:
Spending Review
Muoviti da subito per cercare di contenere i costi superflui per la tua impresa:
Investimenti a breve
Prediligi investimenti a breve termine, in un arco trimestrale.
E’ questo il momento in cui devi schiacciare il pedale dell’acceleratore per lavorare sul valore del tuo brand, per farti conoscere e per presidiare il tuo potenziale pubblico.
Fai attività di promozione online: il web oggi è il futuro, anche se lo era già 5 anni fa.
Se non ti sei organizzato, fallo da subito perché è la piazza più importante in cui mostrare i prodotti e i servizi della tua azienda.
La maggior parte delle persone oggi avrà più tempo per essere online e navigare nei social.
Questo lo abbiamo già visto tra Marzo e Maggio e le aziende che si erano già organizzate per essere presenti, hanno registrato crescite con percentuali a doppia cifra.
Comunica, Presidia e Rassicura
Intensifica da subito qualsiasi azione che ti permetta di mantenere le linee di comunicazione e di fortificare legami e rapporti.
Innova
“Critica” più che puoi il tuo modello di business per cercare nuove opportunità.
Cerca di capire se il tuo prodotto o servizio può essere raccontato, prodotto o consegnato diversamente.
Ma attenzione: NON ABBANDONARE MAI ciò che già fai, perché quando la situazione tornerà alla normalità, dovrai tornare a fare ciò che facevi (magari aggiungendo le novità che hai apportato).
Magari queste innovazioni non ti assicureranno dei margini da capogiro, ma sono necessarie per mantenere la tua azienda a galla.
Analizza i dettagli
Sfrutta questo momento per analizzare ogni step dell’esperienza che i tuoi clienti fanno con te, alla ricerca si quell’aspetto da migliorare oppure da aggiornare per far vivere loro l’esperienza memorabile.
Ma anche internamente cerca di capire cosa ti serve per essere più bravo nell’evadere il tuo prodotto o servizio. Questi aspetti sono fondamentali, lo sappiamo tutti ma “non c’e mai tempo” per fermarsi a fare questo tipo di valutazione.
Scendi in campo
Qualsiasi sia il tuo ruolo in azienda, sii più presente.Il tuo impatto, il tuo tocco, il tuo punto di vista sono determinanti più che mai in questo momento.
Lo scopo di questo articolo è di far passare il messaggio per cui l’imprenditore non è quello che si aspetta qualcosa, ma l’imprenditore è quello che fa succedere qualcosa.
Per cui ora è il momento di fare squadra con i tuoi collaboratori e capire insieme come superare questo momento di crisi economica e sociale.
Solo in questo modo, quando tutto questo passerà, la tua impresa ne uscirà più forte.
L'articolo Nuovo lockdown? proviene da Fabio Capecci.
Non è il tempo da dedicare ai contenuti, non è il messaggio da veicolare, non la creazione di campagne di advertising.
È la gestione di interazioni e commenti.
Nonostante i Social da un decennio abbondante siano entrati a far parte delle nostre vite, alcuni li usano ancora come un canale di comunicazione a senso unico.
“Pubblicano post e foto e poi chi s’è visto s’è visto.”
Questo però è il modo peggiore di essere online, perché non permette all’azienda di creare un rapporto con il pubblico e non permette al pubblico di creare un rapporto con le individualità al suo interno.
In pratica molte aziende usano i Social come se fossero una TV.
In tv se non ti piace la pubblicità che vedi al massimo cambi canale, di certo non contatti direttamente l’azienda.
Nei Social invece se quello che vedi non ti piace o hai dei dubbi o delle curiosità commenti, condividi, in poche parole interagisci.
Queste interazioni sono vitali per lo sviluppo sui social di un’azienda e vanno curate e gestite adeguatamente, anche quando si tratta di commenti negativi.
Questo perché le recensioni negative vengono lette prima di quelle positive.
“Evitare che nascano critiche è quasi impossibile.”
Le recensioni e i commenti negativi ci saranno in ogni caso e per i motivi più disparati ma se sarai preparato diventeranno una grande risorsa.
Hai letto bene: una risorsa!
Ad esempio, ad un nostro cliente proprietario di un ristorante è capitato un commento sotto ad un post che metteva in dubbio il tipo di cottura del piatto fotografato.
Grazie alle informazioni fornite dal ristoratore abbiamo risposto fornendo tutti i dettagli sulla tipologia di cottura e sul perché è stata scelta per quel particolare piatto.
Questo seguendo degli step di gestione dei commenti che approfondirò di seguito.
Guardando questo scambio di commenti, la prima cosa che dobbiamo pensare è come la risposta del ristoratore sia stata valida anche per tutti gli utenti che hanno solo intravisto il post.
La risposta del ristoratore arriva anche a loro e genera curiosità intorno ai suoi piatti.
Ormai è ben chiaro che la presenza online (social, siti web che sia) è il biglietto da visita più importante per un’azienda, ma ciò che non bisogna mai dimenticare è che è un biglietto da visita in continuo divenire.
“Non basta più avere belle foto per fare bene online.”
Ciò che conta è l’interazione con il proprio pubblico, che non deve mai passare in secondo piano.
Quando i commenti e le interazioni sono positivi mettono in luce tutti quelli che sono i punti di forza dell’azienda, quando sono negativi ti danno la possibilità di far cambiare idea sia a chi l’ha scritto sia a tutti quelli che pensano la stessa cosa ma che magari non lascerebbero mai un commento.
Quante volte anche tu avresti voluto scrivere una critica ma ti sei trattenuto?
Non sei il solo, è così anche per la maggior parte degli utenti, perché solo una piccolissima percentuale si espone abitualmente nei commenti.
Tutti commettiamo degli errori: il prodotto venduto può avere un difetto, il servizio erogato può non essere estremamente puntuale.
Capita a tutti e continuerà a capitare. Ciò che è importante è avere la prontezza di sfruttare questo a vantaggio della tua azienda.Venti anni fa nessun cliente insoddisfatto avrebbe citofonato all’azienda per lamentarsi.
Oggi può lasciare un commento sui social e tu puoi usare quel commento per risolvere un dubbio, anticipare un’obiezione e creare un rapporto genuino con il tuo pubblico.
Qual è la regola da seguire?
Rispondi all’interlocutore, pensando anche lettore.
In pratica devi rispondere per risolvere la situazione e, al tempo stesso, considerare cosa il futuro utente leggerà e capirà della nostra gestione del cliente.
Nello specifico:
Soltanto in questo modo potrai trasformare una critica, in un’arma a vantaggio della tua azienda.
L'articolo Uno dei problemi più sottovalutati sui social? proviene da Fabio Capecci.
ESSERE ONLINE NON SERVE: cambia strategia.
La difficoltà maggiore delle aziende oggi è quella di raggiungere nuovi contatti e nuovi clienti.
Quasi tutti continuano con i metodi di promozione tradizionali (volantinaggio, radio, cartellonistica) senza però avere un riscontro tangibile dei risultati. Semplicemente sperando che qualcosa succederà.
In passato queste strategie hanno funzionato, ma oggi la concorrenza è maggiore e il mercato più competitivo: è necessario quindi fare di più e il modo migliore per farlo, quello che ti permette di investire meno e ottenere più risultati, è il Web Marketing.
Le strategie di Web Marketing, infatti, ti permettono non solo di raggiungere il tuo pubblico ideale, ma anche di studiarne in dettaglio il comportamento e controllare i risultati che ottieni.
Puoi misurare quanta gente ha guardato il tuo manifesto in strada?
No, però puoi sapere quante persone, quando e come hanno visualizzato il tuo ultimo post nei Social, ma soprattutto cosa hanno fatto dopo.
Il discorso si fa interessante, vero?
Ecco allora alcuni consigli utili da mettere in pratica per attrarre più contatti interessati ai prodotti o servizi della tua azienda e stimolarli a diventare Clienti.
CONOSCI IL TUO PUBBLICO
Non importa la strategia o la tecnica di promozione che decidi di adottare, se non conosci il pubblico di destinazione, o se ti rivolgi al pubblico sbagliato, i tuoi sforzi saranno vani.
Questo aspetto sembra scontato ma non lo è.
Ancora oggi moltissime aziende parlano come se si rivolgessero a degli automi.
Utilizzano termini neutri che potrebbero descrivere qualsiasi prodotto o azienda.
In B.mark. facciamo un test molto semplice ma estremamente efficace per identificare una comunicazione efficace e che sa differenziarsi da una che passa inosservata: sostituiamo il nome dell’azienda in questione con quello di un’altra azienda.
Se il messaggio si adatta anche all’altra azienda, allora c’è qualcosa da cambiare immediatamente.
Quante volte ci è capitato di leggere e magari utilizzare frasi del tipo: “Grazie alla nostra esperienza possiamo fornire un servizio di qualità che soddisfa le necessità di ogni cliente.”
Ok, ma cosa rende il tuo prodotto o servizio un prodotto di qualità?
Ma soprattutto, chi dice di non avere qualità?
Quali sono le necessità del tuo cliente?
Quali problemi gli risolvi?
Perché scegliere te piuttosto che un’altra azienda?
Identificare il pubblico è fondamentale perché permette di creare dei messaggi mirati e così distinguersi dalla concorrenza.
Se non hai ancora riflettuto su questo aspetto è il momento di farlo!
CREA CONTENUTI UTILI
Anche tu sarai stufo di aprire il tuo social preferito e vedere che c’è sempre qualcuno pronto a venderti qualcosa. Del resto non sei lì per comprare, ma per trascorrere un po’ di tempo.
Ecco cosa può fare la tua azienda sui social: intrattenere.
Creare contenuti interessanti che vadano oltre la vendita e che possano raccontare in modo semplice, chiaro e coinvolgente il tuo lavoro.
Questo ti permetterà di conquistare l’interesse e la fiducia dei tuoi contatti in modo che quando avranno bisogno di un prodotto come quello che proponi tu, avranno già in mente la tua azienda.
I contenuti sono elementi fondamentali del marketing digitale.
Che siano post per i social, articoli di blog, newsletter, sono risorse importantissime perché comunicano agli utenti il valore della tua attività.
OTTIMIZZA IL TUO SITO WEB
Il tuo sito è il tuo rappresentante online, parla di te ai visitatori anche in tua assenza.
Ora, affinché il tuo sito sia utile e ti aiuti a raggiungere lo scopo di vendere di più, deve essere in primo luogo intuitivo e facilmente navigabile.
Un sito complesso da navigare, lento nel caricamento delle varie parti farà allontanare gli utenti.
Oltre ad occuparti del corretto funzionamento del sito, cerca il contatto con gli utenti, lancia loro degli input a compiere azioni, come ad esempio richiedere informazioni o lasciare i contatti.
Questo è importante soprattutto perché ti permette di convertire tutto il traffico che arriva sul tuo sito in un database dal valore inestimabile per la tua azienda.
Otterrai una lista di contatti che hanno interagito con te che puoi aggiornare di volta in volta e che puoi riutilizzare a costo zero per future attività di marketing o di promozione.
UTILIZZA LA RIPROVA SOCIALE
Puoi realizzare contenuti interessanti, che incantano gli utenti, ma se le persone non si fidano di te, difficilmente ti lasceranno il loro contatto o acquisteranno da te.
Un po’ per la grande concorrenza che confonde le idee, un po’ per la difficoltà a fidarsi, non è detto che l’utente sia sempre pronto ad acquistare, anzi!
Prima di scegliere la tua azienda piuttosto che quella del tuo concorrente, l’utente andrà a caccia di informazioni, recensioni, conferme.
Per questo avere una forte riprova sociale è l’unica carta vincente per convincere un utente diffidente a diventare cliente.
Da cliente sarà sicuramente capitato anche a te: hai chiesto consiglio ad un amico, hai cercato una recensione su Google.
Quello che devi fare quindi è scrivere quanti clienti hai soddisfatto, a quanti hai fornito una rapida assistenza, quanti nuovi prodotti hai venduto e così via.
Questo contribuisce, insieme alle recensioni vere e proprie dei clienti, a rafforzare la tua reputazione, arrivando, così, a convincere anche gli utenti che non si fidano.
Le risorse che quotidianamente investiamo nella nostra azienda sono sprecate senza una strategia pensata in ogni suo aspetto.
Non basta investire in una pubblicità, per quanto bella e di impatto possa essere.
Bisogna seguire tutto il processo ma soprattutto bisogna ottimizzarlo e potenziarlo di volta in volta fino a renderlo perfettamente funzionante.
Questo è possibile in un solo modo e cioè mettendo in discussione quanto fatto fino ad ora.
In B.mark. abbiamo iniziato a mettere alla prova il nostro lavoro fino a che non abbiamo individuato il metodo giusto, anche se siamo sicuri che non sarà quello definitivo ma che anzi, potremmo trovarne uno migliore.
“Abbiamo sempre fatto così”
“Non ho tempo per rifarlo da capo”
“I miei dipendenti sono abituati così”
Sono atteggiamenti che non portano nuovi clienti, o se li portano lo fanno ad un prezzo molto elevato: tempo, risorse, motivazione.
Tutto dipende dall’approccio che hai nei confronti della tua attività: se ti concentri solo sul numero di clienti che vuoi ottenere, e non sul come raggiungerli, dovrai compiere uno sforzo notevole.
Soprattutto, non avrai mai la certezza che il tuo metodo stia funzionando.
Questi sono solo alcuni dei vantaggi che puoi ottenere da una strategia di Web Marketing.
Opportunità di crescita che aumentano man mano che inizierai a definire la tua strategia e che ti permetteranno di crescere con la tua azienda.
L'articolo Essere online non serve: cambia strategia. proviene da Fabio Capecci.
Ho una brutta notizia da darti: non esiste una strategia di promozione sicuramente efficace e non esiste un manuale di istruzioni per fare bene promozione online.
Ma ho anche un’ottima notizia: con i giusti strumenti e la giusta strategia puoi fare la differenza nella promozione della tua azienda.
Per fare bene è importante conoscere il territorio su cui ti stai muovendo e tutte le insidie che nasconde.
Ecco perché ho deciso di riportarti gli errori più comuni che le aziende commettono quando si promuovono online (alcuni li ho sperimentati di persona!).
“Questi sono solo alcuni esempi che dimostrano come una promozione, anche se perfettamente funzionante, da sola non può bastare.”
Quando ho avviato le mie attività online ero assolutamente assorbito dall’idea di poter fare tantissimo con poco sforzo. Questa convinzione mi ha portato ad osservare come non basta circondarsi di strumenti efficaci se non si conoscono a fondo e senza una strategia a monte.
Ho perso qualche buona occasione e anche contatti interessanti gestendo male le mie promozioni, ma questo mi ha permesso di capire in che modo non volevo lavorare.
Ecco perché in B.Mark ci siamo specializzati nel rispondere scientificamente a questa esigenza delle aziende: perché la prima Case Study ad aver generato clienti, siamo stati noi.
L'articolo Marketing Online: e tu cosa stai sbagliando? proviene da Fabio Capecci.